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La trama
Una notte di febbraio del 1937, nel giorno del suo centesimo compleanno, il ricco usuraio Donato Bosi muore, per indigestione, nella sua casa di Cento.
La poco addolorata moglie Ines, il nipote Piero e gli avidi parenti accorsi dai dintorni, apprendono così dal testamento di essere stati diseredati a vantaggio dei Frati della Rocca.
Alla situazione senza apparente via d’uscita porrà rimedio l’intrallazzatore pievese Gianni Barba, la cui figliola, Giorgina, è innamorata del giovane Piero, un ragazzo dolce e onesto nonostante la famiglia a cui appartiene.
Giunto al capezzale di Bosi, Gianni propone di occultarne la salma a cui egli si sostituirà nel letto. Una volta chiamato un notaio e falsificando la persona di Bosi moribondo, Barba Gianni (evidentemente di nome, ma non di fatto!) detta un nuovo testamento in cui lascia equamente alla moglie e ai parenti di Donato Bosi una piccola parte dei beni di famiglia, intestando però a se stesso il meglio dell’intero capitale, casa compresa.
Congedati i Bosi dopo averli persuasi di aver agito ... più o meno per il loro bene, Gianni si stabilisce nella "sua" nuova casa centese assieme alla domestica di famiglia, Nella, e benedice alfine le agognate nozze di...
... Giorgina e Piero.
Liberamente ispirato all’atto unico di Forzano, Gianni Schicchi, magistralmente musicato da Puccini nell’omonima opera, questa trasposizione in prosa vi si differenzia per ambientazione, per lo svolgimento in tre atti e l’introduzione di personaggi nuovi quali la domestica e la moglie del defunto, nonché per una maggiore e più viva comicità delle battute, tipicamente emiliana. Si notino, infine, alcune circostanze assolutamente originali, ricche di colpi di scena, tra le quali l’inedito finale.
Modesta presunzione di questo copione è ribaltare lo stereotipo delle commedie brillanti, specie dialettali, sovente basate sulle infedeltà coniugali, sugli equivoci, i fraintesi e i doppi sensi. La presente storia, al contrario, è scorrevole e lineare, pur non astenendosi dal sorprendere lo spettatore con trovate farsesche e inaspettate.
Amadio Marco Pilati.
Cento, 8 Agosto 2006
La scena in allestimento

Il "protagonista" Donato Bosi (manichino) e suo nipote Piero (Marco Pilati)
dietro le quinte
in sottofondo: La Mazurka del barone, della santa e del fico fiorone
da un film di Pupi Avati, 1975 Orcherstra Venturi
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